La parola al nostro enologo

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La parola al nostro enologo Cantina Colle Uncinano Spoleto
La parola al nostro enologo Cantina Colle Uncinano Spoleto

L’Azienda Agraria Campanella, nel corso dell’anno 2009, ha deciso di dare luce ad un nuovo progetto impiantando nei propri vigneti il Trebbiano Spoletino, vitigno autoctono a bacca bianca di origini antichissime che si adatta a qualsiasi tipo di terreno e che consente di realizzare vini dal colore giallo paglierino, dal profumo gradevole, delicato e fresco e dal gusto ampio con piacevoli toni di freschezza e sapidità.

Il progetto ha l’obiettivo di valorizzare questo vitigno umbro ormai quasi abbandonato e di permettere la riscoperta dei vini da esso ottenuti. Il nome “trebbiano spoletino” viene attribuito a quello latino della città di Trevi, ossia Trebia e quindi Trebbiano con in più l’aggiunta dell’aggettivo Spoletino per distinguerlo dagli altri trebbiani. Tale aggettivo si presume che sia stato dato per la presenza della potente e vicina città di Spoleto, al tempo del grande Ducato.
I terreni più idonei alla coltivazione
di questo vitigno, sono quelli di pianura con fertilità moderata e con un’esposizione soleggiata elevata. I sistemi di allevamento più adottati sono quelli a cordone speronato, anche se anticamente veniva coltivato insieme all’acero campestre o all’olmo, in modo tale da mantenere il grappolo lontano dalla superficie del terreno, evitando così le gelate tardive tipiche della pianura. Le foglie sono cuoriformi, rotonde, palmate, con 3‐5 lobi inegualmente dentati, inserite in modo alterno su rametti (tralci) caratterizzati da nodi ed internodi. L’acino è medio, di forma sferoidale, di colore verde‐giallastro con buccia spessa e pruinosa; la sua maturazione è tardiva, intorno alla fine di ottobre.
Le origini di questo vitigno sono antichissime, ma le prime citazioni risalgono all’epoca romana quando Plinio il Vecchio narrò, nella sua opera Naturalis Historia, del Vinum Tribulanum come un vino dalle nobili origini. In epoche successive questo vitigno fu considerato “di lusso”, dato il particolare vino che ne veniva ricavato, dal sapore semplice e delicato. Data la sua adattabilità a qualsiasi tipo di terreno, tale vitigno si diffuse in tutto il centro Italia assumendo, per ciascuna zona, caratteristiche differenti e dando origine a diverse varietà di trebbiano. La sua elevata produttività ne fece un vino amato dalla stragrande maggioranza dei coltivatori, ed è per questo che venne anche rinominato “scaccia debiti”. Con il passare degli anni la coltivazione e la relativa produzione del trebbiano spoletino andò gradualmente scemando, fino a raggiungere quasi la sua completa estinzione.
Negli ultimi anni si è vista una riscoperta di questo vitigno dalle caratteristiche uniche, con un impennarsi della sua coltivazione, dovuta alla sua particolare predisposizione per la realizzazione di vini di lunga vita con eleganza e grande finezza e al suo particolare sapore, che lo distingue dal classico trebbiano
.
I caratteri del trebbiano spoletino
Apice
: medio, cotonoso, verde-biancastro
Foglia: media, pentagonale, pentalobata; seno peziolare a lira aperta, seni laterali superiori ad U, quelli inferiori a V poco profondi; pagina superiore verde, quella inferiore verde chiaro, lembo ondulato e bolloso
Tralcio Legnoso: lungo; corteccia di colore marrone con nodi più scuri
Grappolo: medio-grande, 250-450 g. cilindrico, compatto
Acino: medio, sferoidale; buccia verde-giallastra, spessa, pruinosa; sapore neutro
Germogliamento: tardivo (20 – 30 aprile)
Fioritura: media (10 – 20 giugno)
Maturazione
: tardiva (10 – 20 ottobre)
Vigoria: notevole
Portamento: semieretto
Fertilità delle gemme basali: media
Produttività
: media-elevata
Potatura: si adatta anche alla potatura corta (speronatura)
Vendemmia meccanica
: media difficoltà

Suscettibilità alle fitopatie, ai parassiti animali e alle virosi
Peronospora, Escoriasi, Mal dell’esca, acari
: media
Oidio, Arriciamento, Accartocciamento: sensibile
Botrytis, Marciume acido: scarsa

Adattabilità
Gelate Primaverili
: ottima
Vento: media
Siccità: buona
Clorosi
: scarsa
Disseccamento del rachide: scarsa

Terreni più idonei
Pianura
con fertilità moderata
Collinari con esposizione soleggiata

A cura di Claudio Gori

L’Azienda Agraria Campanella, nel corso dell’anno 2009, ha deciso di dare luce ad un nuovo progetto impiantando nei propri vigneti il Trebbiano Spoletino, vitigno autoctono a bacca bianca di origini antichissime che si adatta a qualsiasi tipo di terreno e che consente di realizzare vini dal colore giallo paglierino, dal profumo gradevole, delicato e fresco e dal gusto ampio con piacevoli toni di freschezza e sapidità.

Il progetto ha l’obiettivo di valorizzare questo vitigno umbro ormai quasi abbandonato e di permettere la riscoperta dei vini da esso ottenuti. Il nome “trebbiano spoletino” viene attribuito a quello latino della città di Trevi, ossia Trebia e quindi Trebbiano con in più l’aggiunta dell’aggettivo Spoletino per distinguerlo dagli altri trebbiani. Tale aggettivo si presume che sia stato dato per la presenza della potente e vicina città di Spoleto, al tempo del grande Ducato.
I terreni più idonei alla coltivazione
di questo vitigno, sono quelli di pianura con fertilità moderata e con un’esposizione soleggiata elevata. I sistemi di allevamento più adottati sono quelli a cordone speronato, anche se anticamente veniva coltivato insieme all’acero campestre o all’olmo, in modo tale da mantenere il grappolo lontano dalla superficie del terreno, evitando così le gelate tardive tipiche della pianura. Le foglie sono cuoriformi, rotonde, palmate, con 3‐5 lobi inegualmente dentati, inserite in modo alterno su rametti (tralci) caratterizzati da nodi ed internodi. L’acino è medio, di forma sferoidale, di colore verde‐giallastro con buccia spessa e pruinosa; la sua maturazione è tardiva, intorno alla fine di ottobre.
Le origini di questo vitigno sono antichissime, ma le prime citazioni risalgono all’epoca romana quando Plinio il Vecchio narrò, nella sua opera Naturalis Historia, del Vinum Tribulanum come un vino dalle nobili origini. In epoche successive questo vitigno fu considerato “di lusso”, dato il particolare vino che ne veniva ricavato, dal sapore semplice e delicato. Data la sua adattabilità a qualsiasi tipo di terreno, tale vitigno si diffuse in tutto il centro Italia assumendo, per ciascuna zona, caratteristiche differenti e dando origine a diverse varietà di trebbiano. La sua elevata produttività ne fece un vino amato dalla stragrande maggioranza dei coltivatori, ed è per questo che venne anche rinominato “scaccia debiti”. Con il passare degli anni la coltivazione e la relativa produzione del trebbiano spoletino andò gradualmente scemando, fino a raggiungere quasi la sua completa estinzione.
Negli ultimi anni si è vista una riscoperta di questo vitigno dalle caratteristiche uniche, con un impennarsi della sua coltivazione, dovuta alla sua particolare predisposizione per la realizzazione di vini di lunga vita con eleganza e grande finezza e al suo particolare sapore, che lo distingue dal classico trebbiano
.
I caratteri del trebbiano spoletino
Apice
: medio, cotonoso, verde-biancastro
Foglia: media, pentagonale, pentalobata; seno peziolare a lira aperta, seni laterali superiori ad U, quelli inferiori a V poco profondi; pagina superiore verde, quella inferiore verde chiaro, lembo ondulato e bolloso
Tralcio Legnoso: lungo; corteccia di colore marrone con nodi più scuri
Grappolo: medio-grande, 250-450 g. cilindrico, compatto
Acino: medio, sferoidale; buccia verde-giallastra, spessa, pruinosa; sapore neutro
Germogliamento: tardivo (20 – 30 aprile)
Fioritura: media (10 – 20 giugno)
Maturazione
: tardiva (10 – 20 ottobre)
Vigoria: notevole
Portamento: semieretto
Fertilità delle gemme basali: media
Produttività
: media-elevata
Potatura: si adatta anche alla potatura corta (speronatura)
Vendemmia meccanica
: media difficoltà

Suscettibilità alle fitopatie, ai parassiti animali e alle virosi
Peronospora, Escoriasi, Mal dell’esca, acari
: media
Oidio, Arriciamento, Accartocciamento: sensibile
Botrytis, Marciume acido: scarsa

Adattabilità
Gelate Primaverili
: ottima
Vento: media
Siccità: buona
Clorosi
: scarsa
Disseccamento del rachide: scarsa

Terreni più idonei
Pianura
con fertilità moderata
Collinari con esposizione soleggiata

A cura di Claudio Gori